domenica 26 agosto 2012

Giusto e ingiusto


È un'ingiustizia, però!", ripeteva Calimero, come ci ricorda Jean-Luc Nancy all'inizio della sua piccola conferenza – perché rivolta ai bambini – Il giusto e l'ingiusto, nella quale indaga, appunto, l'idea del giusto.

Quando dite che è giusto dare a ciascuno ciò che gli è dovuto, avete una buona definizione del giusto, eppure sono sicuro che vedete subito dove stanno le difficoltà. Cosa, effettivamente, è dovuto a ciascuno? Ci arriviamo subito, ma anzitutto parliamo di una
prima difficoltà, forse più difficile da cogliere. Dare a ciascuno ciò che gli è dovuto significa in primo luogo far coesistere due principi dietro il termine "ciascuno": un principio di uguaglianza, anzitutto ("ciascuno" è considerato esattamente come tutti gli altri), e un principio di differenza proprio di ciascuna persona, perchè ciò che è dovuto a Nicole forse non è ciò che è dovuto a Said, e ciò che è dovuto a Gael non è necessariamente ciò che è dovuto a Jonathan. Ci sono dunque due principi: uguaglianza e differenza.
Se siete d'accordo proporrò di dire uguaglianza e singolarità.
La singolarità è ciò che è proprio di ciascuno in quanto egli è un essere singolare, in quanto egli è unico.
Uguaglianza e singolarità sono inseparabili nell'idea di giustizia e, al tempo stesso, possono entrare, se non in contraddizione, forse, quanto meno in conflitto.
Questo ci insegna una prima cosa importantissima: il giusto e l'ingiusto si decidono sempre nel rapporto con altri.

- J.L. Nancy -

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