venerdì 15 giugno 2012

libri


Non esiste vascello che come un libro
Ci sa portare in terre lontane
Nè corsiero come una pagina
Di scalpitante poesia.
E' un viaggio che anche il più povero può fare
Senza il tormento del pedaggio.
Quanto è frugale la carrozza
Che trasporta l'anima dell'Uomo.

~ Emily Dickinson ~

L'AMORE NON DEVE NE' IMPLORARE NE' PRETENDERE

 
"Una volta (ero rimasto lontano alcuni giorni) mi vide ritornare turbato, e presomi in disparte osservò: << Lei non deve abbandonarsi a desideri nei quali non crede. So che cosa desidera, ma deve poter rinunciare a questi desideri oppure desiderare appieno. Se riesce a chiedere in modo da essere sicuro dell'esaudimento sarà anche esaudito. Lei invece desidera e poi si pente e ha paura. Tutto ciò bisogna superare. Le racconterò una fiaba. >>

E mi parlò di un giovane che era innamorato di una stella. In riva al mare tendeva le braccia e adorava la stella, la sognava e le rivolgeva i suoi pensieri. Ma sapeva o credeva di sapere che le stelle non possono essere abbracciate dall'uomo. Considerava suo destino amare senza speranze un astro, e su questo pensiero costruì tutto un poema di rinunce e di mute sofferenze che dovevano purificarlo e renderlo migliore. Tutti i suoi sogni però erano rivolti alla stella. Una volta, trovandosi di nuovo su un alto scoglio in riva al mare notturno, stava a guardare la stella ardendo d'amore. E nel momento di maggior desiderio fece un balzo e si buttò nel vuoto per andare incontro alla stella. Ma nel momento stesso del balzo un pensiero gli attraversò la mente: no, è impossibile! Così cadde sull'arena e rimase sfracellato. Non sapeva amare. Se nel momento del balzo avesse avuto l'energia di credere fermamente nel buon esito, sarebbe volato in alto a congiungersi con la stella.
<< L'amore non deve implorare >> conchiuse << e nemmeno pretendere. L'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sè. Allora non è più trascinato, ma trascina. Il suo amore, Sinclair, è trascinato da me. Quando mi dovesse trascinare, verrò. Io non voglio fare regali, voglio essere conquistata. >>

-Hermann Hesse-

L'onda e il mare


Un giorno l'onda chiese al mare: "mi vuoi bene?". Ed il mare le rispose: "Il mio bene è così forte che ogni volta che ti allontani verso la terra io ti tiro indietro per riprenderti tra le
mie braccia. Senza te la mia vita sarebbe insignificante. Sarei un mare piatto, senza emozione. Tu sei l' essenza del mio esistere."
L'onda fu felice tra le braccia del mare.
Facendo finta, ogni volta di volare via, per dare quel senso di precarietà alle cose, per renderle preziose. Ed ogni volta il mare la riprendeva, con le sue braccia grandi, per riportarla a sé.
Raccontano che una notte la luna illuminava il mondo, e l'onda bianca lentamente, in un ballo infinito, scivolava tra un prendersi e un lasciarsi, col mare che stendeva le braccia per poi ritirarle, facendo finta a volte di non poterlo fare, perché l'onda potesse assaporare anch' essa quella precarietà che rende le cose preziose.
L'onda ed il mare sono ancora lì, nel gioco infinito delle emozioni. E fanno finta che sarà l'ultima volta che l'onda partirà verso la terra, per non tornare più, ma poi, alla fine, è più forte su tutto il bisogno di riprendersi. Nel sogno di un bene senza fine.

                                      -Tony Kospan-

giovedì 14 giugno 2012

Poesia indiana


Tieni stretto ciò che è buono,anche se è un pugno di terra.Tieni stretto ciò in cui credi,anche se è un albero solitario.Tieni stretto ciò che devi fare,anche se è molto
lontano da qui.Tieni stretta la vita,anche se è più facile lasciarsi andare.Tieni stretta la mia mano,anche quando mi sono allontanato da te. 
 
-Poesia indiana-

Non sarà stato vano aspettarsi


Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,

se il sole illuminerà entrambi

senza che le nostre ombre si sovrappongano,

se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo

...e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo

e non il ricordo di come eravamo,

se sapremo darci l'un l'altro

senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo

se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia...

Allora sarà amore

e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
 
                                       -Pablo Neruda-

mercoledì 13 giugno 2012

Aforisma


A ciascuno il compito di trasformare le proprie ferite in punti di inserimento per le ali. 

-J. Sullivan-

Amore


Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti, ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno, e avere voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona. L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi, compreso le cose che ci potrebbero far vergognare. L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno, ma ancor di più è sentirti cedere le gambe quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.

-A. Einstein-

Aforisma


domenica 10 giugno 2012

Aforisma


“Le persone dimenticheranno cosa hai detto, le persone dimenticheranno cosa hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire”. 

-Maya Angelou-

Amare


Ciò che ero solito amare, non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. E' proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: "Ti odierò, se posso; se no, t'amerò contro voglia". 

-Petrarca-

Amore


"Se l'amore fosse nella carne, lo brucerei con ferro rovente e sarei in pace. Ma è nell'anima...inaccessibile".
 
-Kahlil Gibran-

La magia dell'opale!


Due fidanzati non si stancavano di ammirare le pietre preziose che erano esposte in una gioielleria. Diamanti, zaffiri, smeraldi li incantavano. Ne cercavano una che fosse il segno del loro amore. Il loro sguardo cadde su una pietra modesta, scura e senza splendore. Il gioielliere lesse la domanda nei loro occhi. E spiegò: «Questo è un opale: è fatto di silice, polvere e sabbia del deserto, e deve la sua bellezza ad un difetto invece che alla sua perfezione. L'opale è una pietra con il cuore spezzato, poiché è pieno di minuscole fessure che permettono all'aria di penetrare all'interno. L'aria, poi, rifrange la luce, e il risultato è che l'opale possiede delle sfumature così incantevoli da essere chiamato "lampada di fuoco", perché ha dentro il soffio del Signore». Prese la pietra e la strinse forte nel cavo della sua mano. Continuò: «Un opale perde la sua lucentezza se viene messo in un posto freddo e buio, ma torna ad essere luminoso quando è scaldato dal tepore di una mano o è illuminato dalla luce». L'uomo aprì la mano. La pietra era un palpito di luce tenera, morbida, carezzevole. Quella fu la pietra acquistata.

sabato 9 giugno 2012

La leggenda dell'aquila bianca


La grande aquila bianca vive più a lungo di qualsiasi altro uccello, anche fino a settant'anni. Ma per raggiungere quella veneranda età deve prendere la decisione più difficile di tutta
la sua vita...La leggenda dice che a quarant'anni i sui artigli si fanno duri e più che mai affilati, le sue ali si accorciano e diventano molto pesanti e le sue piume s'assottigliano. Volare diventa un'impresa difficile. A quel punto l'aquila bianca ha due sole strade: o morire o confrontarsi con un doloroso rinnovamento che dura almeno sessanta giorni. Il processo di trasformazione consiste nel volare fino alle creste più alte della montagna e starsene lassù, in un nido, da dove per un po' non deve uscire. A questo punto l'aquila deve iniziare a sbattere il becco contro la nuda roccia, finché riesce a strapparselo. Dopo dovrà aspettare un po' fino a che le spunterà un rostro nuovo e lo userà per strapparsi le piume cresciute intorno agli artigli. Con gli artigli nuovi di zecca, si libererà di tutto il suo piumaggio vecchio e dopo qualche settimana di dolore sarà di nuovo in grado di affrontare un volo di rinascita, con ritrovata energia per almeno altri trent'anni.Molte volte nella nostra vita dobbiamo prenderci una pausa di riflessione, magari per leccarci le ferite, ed è allora che parte il processo di rinascita che ci permette di continuare a volare verso i nostri sogni, di liberarci dalle vecchie abitudini, dalle sofferenze che abbiamo patito, dalle tradizioni e dai ricordi che ci addolorano. Soltanto quando saremo liberi dal fardello del passato potremo trarre beneficio da ciò che ogni rinascita porta con sé. Non riusciremo mai a volare finché saremo legati dalle catene del passato!

lunedì 4 giugno 2012

Libri


I libri sono pieni delle parole dei saggi, pieni degli esempi degli antichi, dei costumi, delle leggi, della religione. Vivono, discorrono, parlano con noi, ci insegnano, ci ammaestrano, ci consolano, ci fanno presenti - ponendole sotto gli occhi - cose remotissime dalla nostra memoria. Tanto grande è la loro forza, la loro dignità, la loro maestà e infine la loro sacralità, che, se non ci fossero i libri, saremmo tutti rozzi e ignoranti, senza alcun ricordo del passato, senza alcun esempio e non avremmo conoscenza alcuna delle cose umane e divine; la stessa urna che accoglie i corpi degli uomini avvolgerebbe nell'oblio anche i loro nomi. 

Cardinal Bessarione Estratto dalla lettera al Doge veneziano Cristoforo Moro (31 maggio 1468)

Libri


"Chi legge i libri come si stanno ad ascoltare gli amici, vedrà come essi gli sveleranno i loro tesori e diventeranno per lui un intimo possesso. Quello che egli legge non scivolerà via né andrà perduto, ma al contrario gli apparterrà, lo allieterà e lo consolerà come soltanto gli amici sanno fare".

-Hermann Hesse-

Libri


"Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero probabilmente superiore al necessario; ma succede anche coi libri come con le altre cose: la fortuna nel cercarli è sprone a
una maggiore avidità di possederne. Anzi coi libri si verifica un fatto singolarissimo: l'oro, l'argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall'elegante bardatura, e le altre cose del genere, recano con sé un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità attiva e penetrante". 

-Da una lettera di Giovanni Petrarca a Giovanni Anchiseo-

Sur la lecture


"Forse non ci sono giorni della nostra infanzia che abbiamo così pienamente vissuto come quelli che abbiamo creduto di lasciare senza viverli, quelli che abbiamo trascorso con un libro
preferito. Di tutto ciò che, in apparenza, li riempiva per gli altri, e che noi allontanavamo come un ostacolo volgare a un piacere divino: il gioco per il quale un amico passava a prendervi sul punto più interessante, l'ape o il raggio di sole invadenti che ci costringevano ad alzare gli occhi dalla pagina o a cambiare posto, le provviste per la merenda che ci avevano fatto portare e che lasciavamo vicino a noi sulla panca, senza toccarle, mentre, sopra la nostra testa, il sole perdeva forza nel cielo blu, la cena per la quale era stato necessario rientrare e durante la quale non pensavamo che a salire per terminare, subito dopo, il capitolo interrotto; di tutto questo, di cui la lettura avrebbe dovuto impedirci di percepire altro che l'importunità, essa esprimeva al contrario in noi un ricordo talmente dolce (tanto più prezioso, secondo il nostro attuale giudizio, di quello che leggevamo allora con tanto amore), che, se ci capita ancora oggi, di sfogliare questi libri di un tempo, è solo più in quanto sono gli unici calendari che abbiamo conservato dei giorni sepolti, e con la speranza di vedere riflesse sulle loro pagine le case e gli stagni che non esistono più". 

-Marcel Proust- Sur la lecture

Non mi interessa che cosa fai per guadagnarti da vivere, voglio sapere che cosa ti fa soffrire e se osi sognare di incontrare il desiderio nel tuo cuore.

Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ri
schierai di sembrare ridicolo per amore, per i tuoi sogni, per l'avventura di essere vivo.

Non mi interessa quali pianeti sono in quadratura con la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dispiacere, se sei stato aperto dai tradimenti della vita o ti sei inaridito e chiuso per la paura di soffrire ancora.

Voglio sapere se puoi sopportare il dolore, mio o tuo, senza muoverti per nasconderlo, sfumarlo o risolverlo.

Voglio sapere se puoi vivere con la gioia, mia o tua; se puoi danzare con la natura e lasciare che l'estasi ti pervada dalla testa ai piedi senza chiedere di essere attenti, di essere realistici o di ricordare i limiti dell'essere umani.

Non mi interessa se la storia che racconti è vera, voglio sapere se riusciresti a deludere qualcuno per mantenere fede a te stesso; se riesci a sopportare l'accusa di tradimento senza tradire la tua anima.

Voglio sapere se puoi essere fedele e quindi degno di fiducia.

Voglio sapere se riesci a vedere la bellezza anche quando non è sempre
bella; e se puoi ricavare vita dalla Sua presenza.

Voglio sapere se riesci a vivere con il fallimento, mio e tuo, e comunque rimanere in riva a un lago e gridare alla luna piena
d'argento: "Sì!"

Non mi interessa sapere dove vivi o quanti soldi hai, voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una notte di dolore e di disperazione, sfinito e profondamente ferito e fare ugualmente quello che devi per i tuoi figli.

Non mi interessa chi sei e come sei arrivato qui, voglio sapere se rimani al centro del fuoco con me senza ritirarti.

Non mi interessa dove o che cosa o con chi hai studiato, voglio sapere chi ti sostiene all'interno, quando tutto il resto ti abbandona.

Voglio sapere se riesci a stare da solo con te stesso e se apprezzi veramente la compagnia che ti sai tenere nei momenti di vuoto.


Tratto da "L’invito all’ascolto della vita" di Oriah Mountain Dreamer