Due fidanzati non si stancavano di
ammirare le pietre preziose che erano esposte in una gioielleria.
Diamanti, zaffiri, smeraldi li incantavano. Ne cercavano una che fosse
il segno del loro amore. Il loro sguardo cadde su una pietra modesta,
scura e senza splendore. Il gioielliere lesse la domanda nei loro occhi.
E spiegò: «Questo è un opale: è fatto di silice, polvere e sabbia del
deserto, e deve la sua bellezza ad un difetto invece che alla sua
perfezione. L'opale è una pietra con il cuore spezzato, poiché è pieno
di minuscole fessure che permettono all'aria di penetrare all'interno.
L'aria, poi, rifrange la luce, e il risultato è che l'opale possiede
delle sfumature così incantevoli da essere chiamato "lampada di fuoco",
perché ha dentro il soffio del Signore». Prese la pietra e la strinse
forte nel cavo della sua mano. Continuò: «Un opale perde la sua
lucentezza se viene messo in un posto freddo e buio, ma torna ad essere
luminoso quando è scaldato dal tepore di una mano o è illuminato dalla
luce». L'uomo aprì la mano. La pietra era un palpito di luce tenera,
morbida, carezzevole. Quella fu la pietra acquistata.
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