martedì 21 febbraio 2012

La primavera in mare


Anche il mare ha la sua primavera:
rondini all’alba, lucciole alla sera.
Ha i suoi meravigliosi prati
di rosa e di viola,
che qualcuno invisibile, là, falcia
e ammucchia il fieno
in cumuli di fresche nuvole.
si perdon le correnti
come le pallide strade
tra le siepi dei venti,
da cui sembra venire, nella pioggia,
come un amaro odore
di biancospino in fiore.
E certo, nella valle più lontana,
un pastore instancabil tonde
il suo gregge infinito di onde,
tanta è la lana
che viene a spumeggiare sulla riva.
Verdognolo e lillastro, come l’arcobaleno
gemmeo elastico refrigerante:
d’accordo con il cielo
profondo arioso concavo specchiante,
come il cristallo con il fiore;
tutto abbandoni e improvvise malinconie,
come il primo amore.
Così fresco ed azzurro,
come se trasparissero
dalla sua limpidità
le sue tacite foreste
sottomarine
avvinghiate di alghe serpentine;
quest’edera senza foglie;
scorse dai freddi scivolii
di pesci di maiolica e d’argento,
alati come uccelli muti,
tra i coralli irrigiditi:
questi peschi sempre fioriti.
Son le rondini, fisse, le conchiglie.
E le lucciole, enormi, son le seppie morte,
lanterne sorde
di palombari annegati,
fari di naufraghi pericolati.
Una barca, con un’immensa vela,
sembra qualche straccione
fermo in un crocevia sotto l’ombrello
in attesa che passi l’acquazzone.
Corrado Govoni

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