sabato 30 luglio 2011

La formica (Apologo)


L'altro giorno ho visto una formica che trasportava
una foglia enorme. La formica era piccola e la foglia doveva essere almeno due volte il suo peso. Ora la trascinava, ora la sollevava sopra la testa. Quando soffiava il vento, la foglia cadeva, facendo cadere
anche la formica. Fece molti capitomboli, ma nemmeno questo fece desistere la formica dalla sua impresa. L'osservai e la seguii, finché giunse vicino a un buco, che doveva essere la porta della sua casa.
Allora pensai: "Finalmente ha concluso la sua impresa!".
Mi illudevo. Perché, anzi, aveva appena terminata solo una tappa.
La foglia era molto più grande del foro, per cui la formica lasciò la foglia di lato all'esterno ed entrò da sola.
Così mi dissi: "Poverina, tanto sacrificio per nulla."
Mi ricordai del detto popolare: "Nuotò, nuotò e morì sulla spiaggia."
Ma la formichina mi sorprese. Dal buco uscirono altre formiche, che cominciarono a tagliare la foglia in piccoli pezzi. Sembravano allegre nel lavoro. In poco tempo, la grande foglia era sparita, lasciando spazio a pezzettini che ormai erano tutti dentro il buco.
Immediatamente mi ritrovai a pensare alle mie esperienze. Quante voltemi sono scoraggiato davanti all'ingorgo degli impegni o delle difficoltà? Forse, se la formica avesse guardato le dimensioni della foglia, non avrebbe nemmeno cominciato a trasportarla.
Ho invidiato la perseveranza, la forza di quella
formichina.
Naturalmente, trasformai la mia riflessione in preghiera e chiesi al Signore che mi desse la tenacia di quella formica, per "caricare" le difficoltà di tutti i giorni. Che mi desse la perseveranza della formica, per non perdermi d'animo davanti alle cadute. Che io possa avere l'intelligenza, l'abilità di quella formichina, per dividere in
pezzi il fardello che, a volte, si presenta tanto grande. Che io abbia l'umiltà per dividere con gli altri i frutti della fatica come se il tragitto non fosse stato solitario. Chiesi al Signore la grazia di riuscire, come quella formica, a non desistere dal cammino, specie quando i venti contrari mi fanno chinare la testa verso il basso...specie quando, per il peso di ciò che mi carica, non riesco a vedere con nitidezza il cammino da percorrere. La gioia delle larve che, probabilmente, aspettavano il cibo all'interno, ha spinto quella formica a sforzarsi e superare tutte le avversità della strada.

Dopo il mio incontro con quella formica, sono stato rafforzato nel mio cammino. Ringrazio il Signore per averla messa sulla mia strada e per avermi fatto passare sul cammino di quella formichina.
I sogni non muoiono, solo si assopiscono nel cuore della gente.
Basta svegliarli, per riprendere il cammino!

mercoledì 13 luglio 2011

Aforismo

 
Uno spirito, un'anima, un cuore soddisfatti sono recipienti pieni d'acqua: non ricevono più nulla che non rigettino subito.
-Gilbert Cesbron-

Aforismo

 
“Tutto ciò che siamo, è il risultato di ciò che pensiamo.”
-Buddha-

lunedì 11 luglio 2011

Amore


Amore non è amore se muta quando scopre
un mutamento o tende a svanire quando l'altro
s'allontana. Oh no!
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio;
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato . 
-William Shakespeare-

sabato 9 luglio 2011

Ascolta


Ascolta....
Non lasciar fuggire l'amore
non arrenderti all'orgoglio.

Ascolta...
Il rumore delle lacrime
il sangue che esce dal cuore.
Quella voglia di "ancora",
di sognare e respirare.

Ascolta...
Il freddo della sua assenza
delle parole che mancano
il tempo che non scorre
e che lentamente uccide

Prendi quell'orgoglio
asciuga le lacrime
rincorri l'amore
e vivi il calore di domani.
-Silvana Stremiz-

mercoledì 6 luglio 2011

L'amore è dei poeti?


  L'amore
    non sta nelle parole dei poeti!
     l'amore
    è un diritto per tutti quelli che lo cercano!
    ... e solo le parole semplici,
    sono quelle che arrivano a
    Chiunque.
    L'amore nasce
    nella bellezza del cielo,
    ma cresce
    e si ammira
    nella terra fangosa.
   - Paul Mehis-

Bisognerebbe sempre ascoltare le parole


Bisognerebbe sempre "ascoltare" le parole che diciamo e quelle che ci vengono dette. Il timbro della voce, quella risata, l'eco di quel "ti amo", di quel "ti voglio bene", prestare attenzione a quel semplice "come stai?". Contengono quasi sempre sussurri dell'anima che non sappiamo cogliere.
Bisognerebbe ascoltare e incidere nell'anima quei piccoli sussurri in dono, che distrattamente non ascoltiamo. Non dovremmo viverli distrattamente perché potrebbe essere che non la sentiremo più quella voce, che non rivedremo più quel volto e non riceveremo più in dono "altri sussurri di parole". E dire dopo mi dispiace sarà troppo tardi. Perché a volte già "adesso" è troppo tardi.
-Silvana Stremiz-

Ci sono parole...ci sono silenzi


Ci
sono vuoti che
le parole colmano,
altri che le parole scavano.

Ci
sono silenzi che
sono un dono
altri che uccidono
che non hanno senso.

Ci
sono parole giuste
parole sbagliate
parole dette o taciute
per non fare del male.
Parole attese, sospirate.

Ci
sono parole...
Ci
sono silenzi...
Un "ci sono" mancato
un "mi dispiace"
non pronunciato.
Un "sospeso" non colmato.

Ci
sono silenzi che attendono
l'arrivo di una spiegazione
per poter spegnere il tormento
di quei perché senza senso.
- Silvana Stremiz-
 
"La speranza ha due bei figli: la rabbia e il coraggio...la rabbia nel vedere come vanno le cose, il coraggio di vedere come potrebbero andare..."
-Sant'Agostino-

"Non avere mai paura delle ombre, significano solamente che c'e' della luce che splende li' vicino"
-R.E.Renkel-

"Il significato della vita"


Un professore concluse la sua lezione con le parole di rito: "Ci sono domande?". Uno studente gli chiese: "Professore, qual è il significato della vita?". Qualcuno, tra i presenti che si apprestavano a uscire, rise. Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria. Comprese che lo era. "Le risponderò" gli disse.
Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta. Poi disse: "Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne conservai il frammento più grande. Eccolo. Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio. Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita.
Anch'io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza. Con quello che ho, però, posso mandare la luce, la verità, la comprensione, la conoscenza, la bontà, la tenerezza nei bui recessi del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno. Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo per me sta il significato della vita".
-B.Ferrero-

martedì 5 luglio 2011

Educare

 
Educare è equipaggiare il motore di una barca...
Serve prendere le misure, pesare, equilibrare... e mettere tutto in funzione.
Ma per questo si deve avere nell'animo un po' del marinaio... un po' del pirata... un po' del poeta... e un chilo e mezzo di pazienza concentrata.
Ma è consolante sognare, mentre si lavora, che quella barca, quel bambino, prenderà il largo, se ne andrà lontano.
Sognare che quel bastimento porterà il nostro carico di parole verso porti distanti, verso isole lontane.
Sognare che quando si sarà messa a dormire la nostra barca, nuove barche porteranno inalberata la nostra bandiera.
-Gabriela Mistral-